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Ricircolo Vs. Drain-to-Waste
4 min

Ricircolo Vs. Drain-to-Waste

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Nonostante le diverse tecniche di coltivazione della cannabis disponibili, tuttavia i principali sistemi di annaffiamento sono solo due: il ricircolo ed il drain-to-waste. Scoprite tutte le caratteristiche di ciascun metodo e capite quale dei due fa al caso vostro.

Esistono dozzine di princìpi diversi per coltivare la cannabis, centinaia di tecniche uniche, e forse migliaia di sistemi di coltivazione diversi. Ognuno di questi mira a risolvere un problema particolare per rendervi la vita un po' più facile, oppure semplicemente per aumentare la resa del vostro raccolto.

Tutte le combinazioni e variazioni esistenti di sistemi di innaffiamento possono essere ridotte a due meccanismi di base. Ognuno dei due ha i suoi benefici e svantaggi. Inoltre, ciò che rappresenta un beneficio per un coltivatore può essere invece uno svantaggio per un altro, a seconda delle circostanze.

Esistono solo due modi per annaffiare le proprie piante. Si può usare un sistema a ricircolo oppure un approccio cosiddetto "drain-to-waste".

CHE COSA SIGNIFICANO QUESTI TERMINI?

Ricircolo Vs. Drain-to-Waste: CHE COSA SIGNIFICANO QUESTI TERMINI?

Per dirla in parole semplici, il sistema drain-to-waste prevede l'annaffiamento delle piante fino al punto in cui il 15-20% (valore consigliato) dell'acqua esonda dal terreno. Questa quantità d'acqua viene interamente scartata.

In un sistema a ricircolo, l'eccesso di acqua viene raccolto ed usato per innaffiare altre piante. Sembra piuttosto semplice, ma non dimentichiamoci che le piante, così come assorbono i nutrienti, rilasciano anche escrezioni di rifiuto (come minerali e materia organica) non appena vengono innaffiate.

Ognuno dei due metodi ha i suoi vantaggi e svantaggi, e solo l'esperienza può far capire qual è il migliore. Qualsiasi coltivatore esperto ha sperimentato numerosi sistemi e metodi diversi nel corso del tempo prima di adottarne uno in particolare.

Il ricircolo non è sinonimo di idroponica, così come il drain-to-waste non è del tutto sinonimo di "organico". Infatti, l'acquaponica è un setup idrico organico e a ricircolo. Ad oggi, alcune delle coltivazioni idroponiche più intensive e tecnologicamente avanzate - come legumi fast-finishing, "microgreen" e produzione intensiva di foraggio - usano solo sistemi drain-to-waste.

I fattori primari da considerare sono l'ambiente di crescita e la reazione della specifica varietà all'uno o all'altro metodo.

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QUAL È IL MIGLIORE?

Solo Madre Natura sarebbe in grado di fornire la risposta a questa domanda. Se avete mai visto uno stagno isolato, senza né afflusso né efflusso di acqua ma comunque pullulante di vita, allora tecnicamente avete visto un sistema naturale a ricircolo.

Non esiste un'opzione migliore tra le due, ma solo modi diversi di rispondere alle esigenze di varietà diverse, di un ambiente di crescita specifico e agli obiettivi e preferenze del coltivatore.

La cannabis è una pianta straordinaria. Uno dei suoi punti di forza è la tenacia con cui si adatta ad ambienti e condizioni estremi. È piuttosto resistente sia alla siccità che all'eccesso di acqua, ed è resiliente nei confronti di insetti e patogeni. Ciò fa della cannabis una pianta che dà risultati ottimi indipendentemente dal sistema di annaffiamento. Ci sarà pur un motivo per cui la cannabis viene chiamata anche "erba", no?

QUALI SONO I VANTAGGI?

Ricircolo Vs. Drain-to-Waste: QUALI SONO I VANTAGGI?

Il metodo più tradizionale è senza dubbio il drain-to-waste. Quando si parla di annaffiamento delle piante, sia a livello amatoriale che su larga scala, quasi tutti pensano a questo sistema. Trova posto anche nelle serre più avanzate.

Per essere sicuri di aver inzuppato il terreno per bene e quindi aver dato un nutrimento uniforme alle radici, le piante vanno annaffiate finché non vi è acqua in eccesso. La soluzione nutritiva viene preparata appena prima dell'applicazione e nel caso in cui si utilizzino fertilizanti chimici, il drain-to-waste elimina qualsiasi accumulo di sali nel terreno. Ogni annaffiamento fungerà anche come una sorta di purificante.

Con questa tecnica, i nutrienti rimangono "freschi" e l'acqua è ben ossigenata. Si possono usare tranquillamente dei fertilizzanti organici, visto che nel drain-to-waste non viene preparato un serbatoio di alimentazione che ristagna per una o due settimane. Si può sia preparare un'unica soluzione nutritiva per tutte le piante sia, se necessario, alterare l'N-P-K (macronutrienti) ed il profilo micronutriente di ogni singola pianta - nel caso un cui si voglia sperimentare od ovviare ad una carenza nutritiva.

Nei sistemi a ricircolo, invece, non si possono usare nutrienti organici. Non farebbero altro che danni. In teoria, è possibile, ma i patogeni vi faranno perdere la testa. Purtroppo, l'acquaponica non è in grado di far ingrassare le vostre cime.

Nei sistemi a ricircolo, si prepara un'unica soluzione nutritiva per l'intero raccolto, in un serbatoio dedicato. Il volume d'acqua maggiore garantisce un pH ed una composizione chimica più stabili così da permettere l'annaffiamento simultaneo di un gran numero di piante. Se il sistema funziona come dovrebbe, si arriva a risparmiare il 15-20% dei costi di acqua e nutrienti. Di solito, questi sistemi richiedono una manutenzione giornaliera meno intensa. Infatti, se non ci sono segni di malfunzionamenti ed il serbatoio è stabile, si tratta perlopiù di un'operazione automatica che richiede attenzioni minime.

QUALI SONO GLI SVANTAGGI?

Ricircolo Vs. Drain-to-Waste: QUALI SONO GLI SVANTAGGI?

Nel drain-to-waste, si può o annaffiare manualmente oppure usare un sistema automatizzato. In quest'ultimo caso, il numero di piante servito da un solo serbatoio è limitato. Il motivo è che ciascuna pianta avrà bisogno del suo canale di alimentazione, e più sono lunghi più l'efficienza totale diminuisce, portando ad un annaffiamento piuttosto sbilanciato.

Un 15-20% di spesa extra potrebbe davvero sballare il bilancio economico della coltivazione se questa non è in grado di compensarlo. In alcuni paesi è illegale scaricare nelle fogne acqua contaminata da fertilizzanti, e per questo è necessaria un'unità di smaltimento dedicata. Se si utilizzano nutrienti organici, bisognerebbe controllare quotidianamente che non si siano formate ostruzioni nei condotti. Anche poche linee otturate in un solo giorno possono diventare un vero grattacapo.

Con l'annaffiamento a ricircolo, invece, non è possibile personalizzare il nutrimento per ogni singola pianta; l'unica soluzione sarebbe isolarla dal resto della coltivazione. Un altro pericolo proviene da una possibile pianta infetta: in questo caso, la malattia raggiungerà le altre piante molto prima che si possano notare i primi sintomi.

Man mano che le piante ricevono il nutrimento, i livelli di nutrienti diventano sbilanciati. Ciò implica l'uso di una strumentazione da laboratorio dedicata ed esperienza nel determinare la composizione ed le dosi correttive da aggiungere per assicurare un apporto di N-P-K e dei valori nutrizionali ottimali. Alla lunga, i sistemi a ricircolo diventano economicamente più convenienti rispetto al citato 15-20% di investimento extra, ma i costi per l'attrezzatura da laboratorio potrebbero comunque scoraggiare.

SISTEMA A RICIRCOLO O DRAIN-TO-WASTE?

Se state leggendo questo articolo, è probabile che vi troviate meglio con il drain-to-waste. I sistemi a ricircolo richiedono più esperienza in alcuni aspetti in cui il drain-to-waste è un ottimo insegnante.

Dall'imparare a leggere le piante e capirne i problemi fino ad appurare quali sono i livelli di nutrienti ottimali per una data varietà e gestirne più di una allo stesso tempo, il nostro suggerimento è di appiattire la curva di apprendimento e rimandare la vostra smania di diventare dei coltivatori-guru.

Quando sarete arrivati al punto in cui conoscete la vostra varietà preferita come le vostre tasche, avete una linea genetica decente e una coltivazione in cui tutto fila liscio, solo allora vi consigliamo di passare ad un sistema a ricircolo.

ULTIME CONSIDERAZIONI

Ricircolo Vs. Drain-to-Waste: ULTIME CONSIDERAZIONI

Se riuscite a farlo funzionare per bene, potrete godervi il tempo extra e risparmi che l'annaffiamento per ricircolo vi offre. Però, se qualcosa va storto in questo tipo di sistema, lo fa molto velocemente. A questo proposito, il drain-to-waste è decisamente più indulgente.

L'idroponica moderna ad alto rendimento ha mostrato come le specie vegetative, che di solito hanno cicli di vita piuttosto brevi, si comportano eccezionalmente bene con dei sistemi a ricircolo. La brevità dei cicli di raccolto e la convenienza operativa del ricircolo sono di certo un vantaggio.

Anche specie fruttifere come i pomodori e la cannabis danno buoni risultati in sistemi a ricircolo, ma i risparmi sono inizialmente diluiti nella spesa per una strumentazione d'analisi. La verità è che a lungo termine (e sulla carta), il ricircolo sembra essere la soluzione migliore.

In termini pratici, i rischi potrebbero sorpassare i possibili benefici. Allo stesso tempo, i coltivatori di piantagioni di cannabis di medie dimensioni trovano che le R-DWC (letteralmente, colture di acqua profonda a ricircolo) rappresentano l'equilibrio giusto tra impegno, rischi e benefici. In definitiva, il gioco vale la candela? Solo voi potete stabilirlo.

Adam Parsons
Adam Parsons
Il giornalista professionista del settore cannabico, copywriter ed autore Adam Parsons è un membro di lunga data dello staff di Zamnesia. Incaricato di coprire una vasta gamma di argomenti, dal CBD agli psichedelici e molto altro ancora, Adam crea post per blog, guide ed esplora una gamma di prodotti in continua crescita.
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